In poco più di un anno dal suo inizio, il progetto “Adotta una madre” ha raccolto firme autorevoli, dalla principessa Beatrice di Borbone all’ex-ministro della cultura Massimo Bray, dal presidente emerito dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, all’Università Luigi Vanvitelli, all’Ordine dei giornalisti della Campania.
Oltre a queste adesioni, anche scrittori, docenti universitari, studiosi, artisti, giornalisti, atleti, esperti di comunicazione ed esperti di cooperazione internazionale hanno voluto fare da testimonial alle Madri di Capua.
Non era mai successo, però, che un museo adottasse un altro museo. È accaduto, invece, che il Museo della Cappella Sansevero di Napoli abbia voluto adottare il Museo Campano, aderendo al nostro progetto.
Si è recata in visita al museo archeologico di Capua Maria Alessandra Masucci che si occupa e gestisce, insieme al fratello Fabrizio, la cappella di Sansevero nel cuore dei Decumani di Napoli, famosa principalmente per la straordinaria statua marmorea del Cristo velato e per le Macchine anatomiche, frutto degli esperimenti dell’eclettico Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, di cui sono i discendenti.
“Il nostro territorio è pieno d’arte. Purtroppo alcuni posti scontano i cattivi collegamenti e la scarsa comunicazione. Perciò ci piace poter diffondere la conoscenza anche di luoghi e di beni meno noti. Questa collezione è unica al mondo”.
La Cappella Sansevero è un patrimonio straordinario e la immediata disponibilità della famiglia Masucci ad impegnarsi in favore delle Matutae di Palazzo Antignano denota una grande sensibilità. È il primo ente museale che aderisce al progetto, ma si sta già lavorando per proseguire in questa direzione, per costruire una rete di collaborazioni tra grandi realtà culturali.
Sito del Museo della Cappella Sansevero: QUI
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